Musica italiana: a proposito di Valzer e leggende.

Musica italiana: copertina del sesto 45 giri di Fabrizio De Andrè.

"Quando carica d'anni e di castità
tra i ricordi e le illusioni
del bel tempo che non ritornerà
troverai le mie canzoni,
nel sentirle ti meraviglierai
che qualcuno abbia lodato
le bellezze che allor più non avrai
e che avesti nel tempo passato
ma non ti servirà più il ricordo,
non ti servirà
che per piangere il tuo rifiuto
del mio amore che non tornerà."

Vi starete senz'altro chiedendo chi possa aver scritto dei versi così carichi di nostalgia e malinconico rimpianto, chi possa aver descritto il tempo che passa e la bellezza che inevitabilmente svanisce attraverso la metafora di un amore rifiutato, ma mai dimenticato, attraverso il monito lanciato ad una donna restia a concedere il proprio amore.

I versi sono quelli della canzone "Valzer per un amore" di Fabrizio De Andrè, che insieme a "La canzone di Marinella" fu il sesto 45 giri di Faber, pubblicato nel 1964.

La canzone "Valzer per un amore" è legata ad una affascinante leggenda.
Si racconta infatti che il padre di Fabrizio De Andrè, durante il parto della moglie, per alleviarne i dolori, mise sul giradischi "La suite siciliana" di Gino Marinuzzi e sulle note del suo più celebre brano, "Valzer campestre", venne alla luce il poeta che tutti noi conosciamo attraverso la sua musica, Fabrizio De Andrè.

Anni dopo, il giovane Faber, venuto a conoscenza dell'episodio, decise di aggiungere alle note che avevano accompagnato la sua nascita delle parole, ispirate ad un celebre sonetto di "Pierre De Ronsard", "Quand vous serez bien vieille". 

E così la vita viene considerata attraverso i valori precari della giovinezza che passa, della bellezza fugace e dell'amore rifiutato, che inducono De André e prima ancora Ronsard all'invito a godere dell'effimera primavera e delle effimere rose: "ma tu vieni, non aspettare ancor, vieni adesso finché è primavera."!

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