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lunedì 23 gennaio 2017

Rino Gaetano e la sua storia.

Rino Gaetano
Leggero e spassionato nelle musiche, polemico e irriverente nei testi, Rino Gaetano nasce a Crotone nel 1950 ed è li che trascorrerà la sua infanzia, prima di trasferirsi a Roma. Qui intraprenderà il percorso di studi che gli avrebbe consentito di diventare geometra se non fosse che geometra non voleva proprio diventarlo. 
La passione per il teatro e il "pallino" per la musica lo distraggono infatti dalla ricerca del "futuro certo" e lo inducono nel 1972 a lanciarsi ad occhi chiusi nell'incerto, con il debutto nel panorama musicale italiano allora conformista e popolare, con un 45 giri nel quale interpreta la canzone "I love you Marianna", non a caso ignorata da pubblico e critica. 

Inizia qui la difficile e inizialmente poco compresa carriera di un artista troppo anticonformista e completamente slegato dai canoni musicali del periodo. Con la sua voce particolare e roca interpreta canzoni apparentemente leggere e scanzonate, nascondendo dietro metafore non sempre facilmente comprensibili denunce e accuse rivolte soprattutto a politici e poteri forti.
Il primo vero album di Rino, "Ingresso Libero", vede la luce nel 1974, ma anche questo non sordisce i risultati sperati pur contenendo quelle che sarebbero state successivamente riconosciute come vere e proprie poesie come "Tu, forse non essenzialmente tu" e "Supponiamo un amore".
Due anni dopo arriva però una canzone che segnerà la svolta della carriera di Rino, "Mio fratello è figlio unico", canzone amata e discussa, che secondo alcuni, parlerebbe di massoneria e avrebbe tacitamente condotto Rino alla morte. 
Questi ritenevano infatti che il cantautore fosse vicino agli ambienti massonici del periodo; questo gli consentiva di venire a conoscenza della verità su alcuni dei misteri della storia italiana del '900 che avrebbe poi successivamente inserito nei suoi testi, nascondendole dietro metafore e "non sense"; motivo per cui, secondo questa tesi, sarebbe stato ucciso.

Gli anni a seguire saranno poi un susseguirsi di successi ancora oggi cantati e apprezzati come "Aida", "Nutereggae più" e "Gianna". Con quest'ultima canzone conquisterà il terzo posto al Festival di Sanremo 1978 al quale parteciperà spinto dalla casa discografica.
E' da questo momento in poi che si avvierà l'inizio del forse inevitabile declino dell'artista, che dopo aver collezionato importanti successi non riesce a controllare e a trattenere la sua irrefrenabile irriverenza. Durante l'esibizione nella kermesse musicale "Discoestate", con atteggiamento polemico, rifiuta di esibirsi in playback, fumando in alternativa una bella sigaretta.
Ma è durante un concerto a Capocotta, nel 1979, che Rino si lascia andare ad una confessione premonitrice, secondo cui qualcuno, avrebbe deciso di "mettergli un bavaglio".
La sua ultima apparizione pubblica, durante la quale si esibisce con la celebre "E io ci sto", avviene il 31 maggio del 1981. Solo due giorni dopo incontrerà un destino beffardo che lo vuole morto a causa di un incidente stradale dopo essere arrivato in coma al Policlinico Umberto I così come Renzo, di cui aveva raccontato la storia nella famosa ballata. Coincidenza o profezia?