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mercoledì 25 gennaio 2017

Luigi Tenco e il suo tragico destino.

Musica italiana: Luigi Tenco e una sua citazione (Tuttopertutti-blog)
Nasceva oggi, 21 marzo Luigi Tenco.
Un artista discusso della musica italiana a cui vengono attribuiti la giusta importanza e il giusto riconoscimento solo molti anni dopo. Sempre capace di schierarsi dalla parte del più debole, sempre capace di sfuggire a sterili etichette che lo identificavano nella veste di cantautore anticonformista ed impegnato. Forse lo era veramente, e basta leggere alcuni dei suoi testi per capirlo, vedi "Cara maestra", "Ognuno è libero",  o "La ballata della moda"; nonostante ciò lui ambiva semplicemente ad essere se stesso, negli errori e nelle cose giuste, nei successi e nei fallimenti, ed era alla continua ricerca di un'affermazione artistica che sfuggisse ai canoni della "canzonetta di successo a tutti i costi" e rispondesse invece a quelli dell'impegno e del conseguente merito.

Fu forse proprio la ricerca di questa forma di affermazione che lo spinse a Sanremo nel 1967 con la canzone "Ciao amore ciao" in coppia con la giovane artista francese Dalida; il brano fu scartato dalla giuria che decise di non portarlo in finale.
Fu almeno apparentemente questa la ragione del suicidio dell'artista che a soli 29 anni decise di togliersi la vita, si chiarirà dopo con un colpo di pistola, nella stanza 219 dell' Hotel Savoy. 
Un alone di mistero circonda la sua morte, troppe sono infatti le domande che rimangono inevitabilmente senza risposta e che per ben due volte determineranno la riapertura delle indagini che confermeranno più e più volte il suicidio dell'artista.

Queste sono le parole lasciate da Luigi Tenco prima della sua morte:

"Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perchè sono stanco della vita (tutt'altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda "Io, tu e le rose" in finale e una commissione che seleziona "La Rivoluzione". Spero che serva a chiarire le idee di qualcuno. Ciao. Luigi".

Parole forti, decise, ricche forse di una disperata voglia di riconoscimento che sarebbe arrivato purtroppo solo dopo la sua morte. Non a caso lo ricordiamo, lo celebriamo e lo portiamo nel cuore e nelle cuffiette ancora oggi, 50 anni dopo.